Storia del Manga
Il termine Manga fu inventato nel 19°
secolo dal pittore Hokusai che per definire i personaggi disegnati coniò il termine
manga utilizzando due ideogrammi, Kanji, “man” divertente e “ga” immagine.
L’arte di narrare storie in modo seriale, era già sorto un paio di secoli prima
ed era dedicato ad un pubblico aristocratico e colto. In seguito nel 18°
secolo, il Giappone ebbe una forte spinta nei confronti del ceto medio dando
origine al manga moderno. Con la rivoluzione Meiji, nel 19°, ci fù l’aprirsi
alla cultura occidentale con il dopoguerra.
Da quel momento i manga divennero una
miscela di disegno occidentale, nel caso specifico Walt Disney e giapponese,
grazie al maestro, “sensei”, Osamu Tezuka, detto il dio del manga, in lingua
“Manga no Kamisama”. Sviluppò un disegno più dinamico servendosi di
angolazioni, primi piani, prospettive e tecniche cinematografiche ispirate al
cinema tedesco, francese dell’epoca. Prima di lui i fumetti erano
bidimensionali, ovvero i personaggi si muovevano come in una scena teatrale
entrando da destra e sinistra del foglio. Ora con il su intervento cambiano le
prospettive e le angolazioni grazie anche ad aiuti tecnici come le linee
cinetiche, i retini, il modo di disegnare i personaggi ovvero con occhi grandi,
figure esili ma scattanti ecc…Tutto questo fa si che le tavole diventino un
luogo dove inscenare mondi alternativi con un andamento fluido, piacevole,
molte volte non è necessario leggere le parole per comprendere un manga basta
l’immagine. Un impatto visivo immediato ed incisivo. Questo nuovo stile
narrativo, crescendo sempre di più ha permesso lo sviluppo di figure professionali specifiche, come la
regia ricordiamo ad esempio Hayao
Miyazaki. Famosa la sua regia nella serie tv di Lupin terzo con la giacca
verde, nel adattamento televisivo cioè l’animazione ecc.. Le riviste di manga
sono facilmente reperibili in Giappone sia nelle edicole che nelle librerie
specializzate anche per generi, ci sono manuali che spiegano come disegnare
manga, colorarli, scriverli. Per i giapponesi è normale leggerli a qualunque
età infatti esistono generi e storie dedicate ad ogni categoria di età
specifica, non è inusuale trovare nella metro di Tokyo i “Tankobon “ ovvero i
fumetti monografici abbandonati sui sedili o vedere impiegati leggerli prima di andare al lavoro, gli studenti, gli
anziani. Per loro è solo un modo diverso di raccontare una storia non meno
importate che guardare un film! In Giappone sono molto importanti i concorsi
dedicati al manga perché permettono alle case editrici di conoscere e fare
lavorare nuovi talenti. Tantissimi autori famosi hanno iniziato in questo modo!
Creando veri e propri fenomeni giunti sino a noi come ad esempio il primo
cartone animato Golgrake di Go Nagai lanciando il genere dei robottoni, Lady
Oscar il genere storico, Holly e Benji quello sportivo che di seguito
influenzerà i ragazzi giapponesi facendoli appassionare al calcio e tantissimi
altri!!!
Bisogna inoltre distinguere due
categorie fondamentali:
Le storie “Shonen” dedicate ad un pubblico
maschile
Le storie “Shoujo” dedicate ad un
pubblico femminile
Ognuno con diverse sottocategorie.